Cmdr Stecco
Role
Mercenary / Fighter
Registered ship name
Daddy Cool
Credit balance
-
Rank
Elite II
Registered ship ID
Fer-de-Lance atlo
Overall assets
-
Squadron
Ancient Legio
Allegiance
Independent
Power
Independent

Logbook entry

Dyson City

16 Oct 2021Stecco
Nell'attesa del ritorno dei miei compagni decisi di ispezionare a fondo la Prometheus e rifornirla di tutto il Tritium che potesse stipare, non conoscendo ancora quale sarebbe stata la mia prossima destinazione. Fu nel mezzo di queste faccende che mi giunse un messaggio della Federazione Piloti che richiedeva aiuto per l'evacuazione di una stazione in territorio imperiale a seguito di un attentato terroristico.
Mi tengo lontano dalla politica e da ogni giudizio su di essa, sapendo fin troppo bene che l'eroe per l'uno è un assassino per un altro; tuttavia non riuscivo proprio a comprendere come colpire un obiettivo con così tanti innocenti potesse giovare alla propria causa. Anch'io in guerra ero stato costretto ad uccidere altri piloti ma l'obiettivo era la conquista o il mantenimento di una stazione non la sua distruzione.
Armai una nave di classe Orca che già in passato usai per questo genere di situazione, quando i Thargoids nella loro avanzata verso i sistemi interni seminarono morte e distruzione fino al cuore della Bolla, e partii lasciando l'equipaggio della Prometheus a completare le operazioni necessarie.
Arrivato a pochi chilometri da Dyson City, questo era il nome della stazione vittima dell'attentato, la gravità della situazione fu subito evidente. Le frequenti esplosioni e i detriti che le orbitavano attorno palesavano la devastazione subita.
L'attracco richiese una certa destrezza per evitare i numerosi detriti vaganti nella zona dei docks e l'uso massiccio di refrigerante per far fronte all'ondata di calore sprigionata dall'incendio divampato dai silos di stoccaggio del carburante.
La situazione era critica e la sua immagine era la cosa più vicina alla rappresentazione dell'inferno.
A terra il personale della sicurezza era nel caos, impegnato da una parte a organizzare, per quanto possibile, l'evacuazione e tenere al sicuro i civili e dall'altra cercando di arginare le fiamme e tenere operativi i dock per l'attracco.
Feci salire più gente a bordo che potei riempendo l'Orca al suo massimo carico. Molti di loro riportavano ferite di varia gravità: alcuni presentavano ustioni, altri arti rotti, alcuni erano rimasti intossicati dal fumo e uno era ridotto piuttosto male avendo un pezzo di metallo conficcato nel torace che lo aveva trapassato. Tutti erano terrorizzati.
Quando l'ultimo salì a bordo, chiusi i portelloni e decollai, usando un'altra unità di refrigerante e uscii il più rapidamente possibile dalla stazione. Diressi la nave verso la vicina meganave di salvataggio messa a disposizione dalla Federazione Piloti.
Il viaggio durò pochi minuti ma le urla, i gemiti e i pianti provenienti dalla stiva di carico lo protrassero per un tempo indefinito.
Ripetei quel viaggio surreale svariate volte.
Alla fine, esausto, mi allontanai con l'Orca rimanendo a qualche chilometro dalla meganave per non impedire le operazioni agli altri commanders.
Spensi le luci del quadro di comando, mi adagiai sulla mia poltrona e chiusi gli occhi ma non riuscii ad addormentarmi. L'odore del sangue e del fumo che oramai permeava nella nave mi continuava a ricordare quello scenario infernale e una moltitudine di volti ingrigiti e insanguinati continuavano a volteggiarmi attorno e le loro urla, pur essendo nel più profondo silenzio che solo il vuoto può donare, continuavano a riecheggiare sempre con maggiore intensità nella mia mente. Strinsi la testa tra le mani e piansi.
Non ero mai stato prima a Dyson City ma sapevo che il suo ricordo mi avrebbe accompagnato per tutta la vita.
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