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Angoscia.

14 Nov 2021Picoblu
Ok. Calma. E' tutto ok.
Sono a decine di migliaia di anni luce di distanza dalla civiltà. A duemila anni luce dalla Magellano.
Solo.
Sto vivendo il mio incubo peggiore. Non so quante volte ho urlato, tremando, senza controllo.
Nel vuoto, nel nulla assoluto, nessuno può sentirmi. Nessuno sa dove sono. Nessuno cosa vivo adesso.

Ero bambino, guardavo affascinato le stelle e ammiravo mio padre quando partiva elegantemente con la sua nave dallo spazioporto. Restavo a guardare finchè non spariva dalla mia vista. E guardavo ancora, cercando nel cielo quel rapido flash che indicava l'FSD. Sognavo di essere con lui. Di volare. Solo dopo ritornavo indietro, coi piedi per terra e tanti sogni nella mente.
L'avevo visto partire molte volte, qualcuna di queste avevo anche viaggiato con lui.
Avevo dieci anni quando lui partì e non fece più ritorno.
Solo dopo molti mesi mi dissero che era morto in un sistema lontano, impronunciabile. La sua nave aveva subìto un guasto al supporto vitale. Era troppo lontano per soccorrerlo in tempo.

Da allora è iniziato il mio sogno ricorrente: atterravo in una stazione a terra, con un leggero senso d'angoscia. Cercavo di ritornare a bordo dell'Apex ma non arrivavo mai al pad, i corridoi vorticavano intorno a me stravolgendo ogni proporzione. Correvo, finchè non vedevo partire la nave proprio di fronte a me e mi svegliavo nell'angoscia.
Quello stesso senso di solitudine, di orrore e di angoscia, lo sto vivendo adesso.
Sono solo, lontano da tutto, non so che fare.
Ho sbagliato a lasciare la Magellano. Sapevo che sarebbe partita presto ma non ho saputo frenare la mia voglia di volare.
Ok. Calma. Non tutto è perduto.
Ho la mia nave. Posso viaggiare. 150 salti non sono impossibili. Beagle Point è di fronte a me.
L'unico limite è il tempo e la mia mente.
Ma potrebbe partire di fronte ai miei occhi la Magellano, potrei arrivare mentre è già in lockdown, potrebbe partire... E sarebbe come vedere con i miei occhi realizzarsi il mio incubo più grande. Rimarrei solo a decine di migliaia di anni luce dal più vicino avamposto, e non ho abbastanza scorte per sopravvivere.
E allora, allora sì, ogni sforzo sarebbe vano. Ogni parola qui scritta persa nel nulla.
Tutto è perduto.
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