Sir Vecchio's Hideout
10 Dec 2022Picoblu
C'è confusione al bar. Sono già al mio secondo Brandy Laviano. E' merce rara, ed il suo profumo è inconfondibile.
Guardo l'equipaggio della SirVecchio. Sono tranquilli, parlano sottovoce. Sorridono, a volte. Hanno una luce negli occhi.
Ma gli esploratori no. Loro li riconosci subito. Sono in disparte, di solito, assorti nei loro pensieri più profondi e imperscrutabili. Spesso con due o tre bicchieri davanti, tutti vuoti. Sono circondati da un'alone di misteriosa solitudine che maschera il loro sguardo sfuggente.
Non puoi guardarli negli occhi. Non ci riesci. Loro hanno il vuoto.
Si muovono appena nella loro oscurità, e quando lo fanno è per andare alla loro nave.
E' lì che si illuminano. Accendono la console. Leggono Galnet, aprono la mappa galattica, controllano i codex. Spesso passano ore a tracciare rotte che mai seguiranno. Rotte che arrivano al centro della galassia, e vanno oltre fino ai bracci esterni, attraverso le nebulose, sfiorando buchi neri o immersi nell'incredibile luce delle Wolf-Rayet.
Ordino il mio terzo brandy. Mi costa una fortuna, ma ne vale la pena. Ogni volta, ogni bicchiere, potrebbe essere l'ultimo. Laggiù, nel vuoto, esistono pericoli che non si possono immaginare se non nel momento in cui si vivono. Come gli NSP, Stellar Phenomena, alcuni dei quali fantastici e mortali, come quelli di tipo Q. O i geyser di alcuni pianeti a bassa G, in grado di proiettarti a oltre 10 km dalla superficie. Peggio ancora, quelli ad alta attività vulcanica che ruotano attorno ad una grande massa, continuamente soggetti a terremoti e spaccature della crosta, che spesso lasciano fuoriuscire getti e onde di lava alte centinaia di metri, veri e propri muri di morte.
Ed in tutto questo, fra tutto questo meraviglioso orrore, la vita.
C'è vita, là fuori. Oltre queste paratie, oltre questa nave, oltre questa stella... C'è vita. Più di quanta ne possiamo immaginare. Centinaia di miliardi di stelle, miliardi di miliardi di pianeti, e vita, muffe, batteri, funghi e forme di vita più o meno complesse. E' la rivincita sul nulla, sul vuoto, sull'entropia.
Io sono là, dove c'è vita. Gli esploratori sono là, dove c'è meraviglia. Dove ci sono pianeti con sette soli, e non v'è mai notte. Anelli luminosi nel cielo, come gioielli che cingono la vita di stelle affascinanti, giovani stelle circondate da nebulose azzurre, che regalano ai pianeti rossi un cielo blu in perfetto contrasto. E oceani di giallo zolfo liquido, di verde ammoniaca, di rosso ferro fuso; atmosfere di milioni di colori, che rendono i pianeti così affascinanti da perdere il senso di pericolosità intrinseca che si portano dietro.
Forse è il pericolo che affascina. O la vita, che attrae. O il desiderio di scoperta o di essere il primo a mettere piede su un pianeta, di essere il solo, o l'unico per migliaia di anni. Forse è tutto questo, oppure no. E' solo l'immenso desiderio di solitudine repressa, quella parte sfuggente di noi esploratori che non verrà mai appagata. Così tanto desiderata da trovare sfogo solo laggiù, oltre quella stella, sempre, costantemente, in viaggio verso l'ignoto.
Siamo arrivati in un nuovo sistema. E' ora di partire.