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4-3-3309. Ancora nell'orbita alta di Sagittarius A*

04 Mar 2023Emma Adama
Oggi mi sono svegliata stanca. L'ultimo pianeta su cui sono stata era una minuscola palla ghiacciata dalle temperature sconsiderate. Se non fossi certa di essere nel pieno delle mie facoltà cognitive penserei di essere finita direttamente nel settimo inferno freddo di zandru... Ne ho letto su una antichissima quanto monumentale opera letteraria di genere fantasy. Il titolo era, se ben ricordo, "la saga di brightover" o qualcosa del genere. E chissene frega.
Le scansioni davano una massiccia presenza di batteri ma che io possa incontrare gli dei di Kobol se è stato facile trovarne colonie da cui estrarre campioni...

Così, oggi ho deciso che mi sarei riposata. Riposo per me significa andare a perlustrare la Entropy e assicurarmi che la vecchia signora sia in condizioni ottimali.

Nella sala comune ho trovato Aiza Benson che allestiva un bancone da bar totalmente non autorizzato. Ho trattenuto un sorriso per sembrare irata, ho messo su il mio sguardo peggiore e concesso il permesso dopo che Aiza mi ha passato un bicchiere di quell'intruglio la cui ricetta è stata ottenuta direttamente dal vecchio Darkpresage, nome d'arte del famosissimo barista di Bottego, a Mehit.

Una volta messi in riga i ragazzi nella sala comune, che ormai è un bar della peggior specie, me ne sono andata a controllare l'armeria. Kerry stava ricaricando le batterie dei fucili laser e degli scudi personali. Gli ho detto che sullo scaffale degli esplosivi c'era una granata a frammentazione senza sicura e me ne sono andata. Il povero sciocco è scattato facendosi cadere il fucile, ammaccandolo. Me ne sono uscita ridacchiando, seguita dalle sue imprecazioni oscene per averlo preso in giro.

Poi tocca al laboratorio. La dottoressa Freeman è simpatica come un'overdose da Onion Head, quindi mi sono limitata a chiedere se avesse bisogno di alcunché. Lei è una precisa, non serve che la tenga d'occhio. Mi informa che non ha ancora trovato il modo di aprire la cassaforte in cui il vecchio direttore ha nascosto l'appunto riguardante il POD, né è riuscita a decifrare il messaggio nascosto nell'hard drive dello stesso. Le rispondo con un'alzata di spalle e me ne vado.
Per oggi chissene frega. Domani vedremo.

È il turno della sala macchine. Prima di entrare chiamo Sal Kinney, il macchinista, e Mai Powell, la capo meccanico.

Non ho molta confidenza con Sal. Se ne sta sempre chiuso nella immensa sala che contiene il Frame Shift Drive, il motore a curvatura, e quindi non lo vedo spesso.
Al suo arrivo si complimenta per la frangia e per il colore rosso dei miei capelli che si intonano con l'uniforme da pilota. Gli rispondo che sarà per la rinomata scarsa illuminazione della Entropy o perché fuma troppo Onion Head. Capisco la somiglianza con Monica ma diamine, se abbiamo qualcosa di diverso sono i capelli e gli occhi. Io sono bionda, lei rossa, io ho gli occhi castani, lei ne ha uno viola e uno turchese. Come diamine si fa a confondersi...

Noto che i due mi guardano come se avessi qualcosa che non va. Ultimamente sta accadendo spesso.

Doveva essere una giornata tranquilla, invece mi sale di nuovo un senso di inquietudine. Mi faccio rassicurare sullo stato dei motori della Entropy e corro a chiudermi nei miei alloggi. Prendo un piccolo specchio portatile dal cassetto della scrivania e mi lascio rassicurare dall'immagine che mi restituisce. Non sono matta, i miei capelli sono biondi e i miei occhi castani.

Premo play sul lettore che mi rimanda il rilassante suono della pioggia e mi accendo una sigaretta.
π si accoccola sul divano. Persino lui mi guarda come se non mi riconoscesse.

Da quanto tempo conosco i ragazzi dell'equipaggio? Li ho conosciuti il giorno che ho preso servizio come Governatrice di Niu Hsing e mi è stata consegnata la NH Entropy, quindi quanto fa? Due anni, non di più.

Chiamo Madeline e le chiedo di raggiungermi nei miei alloggi.
Le chiedo di colore sono i miei capelli.
Sembra imbarazzata dalla domanda. Mi risponde che da quando abbiamo lasciato Niu Hsing il mio look è cambiato e che sto benissimo, ma non si sbilancia oltre ed io non insisto perché ho già abbastanza dubbi.

Qualcosa mi sta sfuggendo ed inizio ad averne abbastanza.

Firmato: Emma Adama
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