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7-3-3309, rotta per Niu Hsing

07 Mar 2023Emma Adama
Devo essermi addormentata riascoltando ancora e ancora la conversazione con Madeline. Il braccio destro mi formicola. π ha stabilito di posarci la sua gargantuesca massa grassa a riposo ed io ne pago le conseguenze. la stanza, come è noto e non diversamente da qualsiasi altra area della Entropy, è buia. Dalla grande vetrata frontale si irradia il bagliore bluastro di una stella di neutroni. Lo sfondo giallastro dato dalla moltitudine di stelle che ci circonda in questa zona ancora così centrale della galassia si mescola con il bagliore blu della neutronica dando vita a sfumature verdognole che si infrangono sulla vetrata fino a posarsi, ondeggiando, sulla paratia dall'altro lato della stanza. I gas di raffreddamento che vengono gettati dalle condutture dopo ogni salto si mescolano al fumo denso delle sigarette creando una nebbia dalle tonalità verde-blu che rendono l'atmosfera significativamente spettrale. Mentre osservo i giochi di luce si apre il portello dei miei alloggi e nella nebbia si staglia una figura scura, irriconoscibile e dai bordi sfumati. In un attimo sono in piedi, prendo la pistola al plasma dal tavolino di fronte a me ma la circolazione sanguigna ha appena ripreso ad irrorare i vasi del mio braccio e l'arma mi cade facendo partire un colpo che va a bruciare la paratia a pochi centimetri dalla figura scura.
Sento la voce di Sal Kinney esclamare attonito ed incredulo "macheccazzo, Comandante Adama!"
Faccio presente al macchinista che nemmeno gli dei di Kobol entrerebbero nei miei alloggi senza un invito e senza preannuncio e lo esorto a farsi una passeggiata spaziale in assenza di corde di sicurezza così da incontrarli prematuramente. Sal ha vissuto a Niu Hsing e capisce la blasfemia. Mi mostra il messaggio che gli avevo inviato poco prima, chiedendogli di portare dell'Onion Head. Lascia il pacchetto sul tavolo e se ne va ridacchiando, ma non mi da il tempo di scusarmi. Stavolta ho esagerato...

π ed io torniamo sul divano. Il randagio prova di nuovo a paralizzarmi il braccio ma il mio sguardo gli lascia intendere che non la pensiamo allo stesso modo e se ne va ad artigliare poco lontano, su un cuscino del divano che fino a quel momento aveva stoicamente resistito al randagismo sconsiderato del gatto.
Mi preparo la sigaretta con l'Onion Head ed un bicchiere di sano whiskey alla bertrandite, faccio partire il file "pioggia" e torno ad osservare i giochi di luce nella nebbia.

Ricordati di me

Un sussurro nel mio orecchio.
Apro gli occhi.

Fai uno sforzo, ricordati di me

La voce proviene dalla mia destra. mi giro a guardare e c'è π, che mi fissa.

Ricorda, Emma. Ti prego, ricordati di me.

Questa volta la voce arriva dalla scrivania. c'è qualcuno seduto sulla mia poltrona.

Guardami, e ricordati di me.


l'atmosfera spettrale, fumosa e dai bagliori neutronici mi rendono riluttante ma mi alzo
e mi avvicino.
Seduta sulla poltrona una figura dai capelli raccolti in una coda ripiegata su sé stessa ed un ciuffo a scendere dal lato della fronte. Nonostante il bagliore spettrale se ne riconosce il biondo cinereo che tante volte ho visto allo specchio. Poso una mano sulla spalla della donna ma in quell'istante la figura sparisce.

Emma, sforzati. ricordati di me.

Mi volto e la vedo seduta sul divano.
la luce proveniente dalla vetrata è accecante e non permette di riconoscere il viso della donna. Mi avvicino per osservarla meglio. La luce dalla vetrata si affievolisce man mano che mi avvicino e quando sono a pochi centimetri da lei il buio è totale.

Sono immersa nel nero più nero e sento la voce provenire da ogni direzione.

Ricordati di me.

Un lampo.
La luce si stabilizza.
La donna è di fronte a me. Mi muovo nella sua direzione e lei fa altrettanto. Mi fermo e lei anche. allungo una mano verso di lei e lei risponde imitando il gesto. Resto immobile per un lasso di tempo che sembra durare eoni. Mentre la osservo vedo comparire un'altra figura dietro di lei. Le poggia una mano sulla spalla ed io sento il tocco sulla mia. Mi giro e finalmente la vedo. Una giovane donna, bionda, dagli occhi castani, con una ferita sulla tempia che gronda sangue.
La visione mi inorridisce. Urlo e lei urla ancora più forte.
Sento dei colpi sordi, ripetuti aritmicamente e più forte la donna urla più forti sono i colpi.

Mi risveglio tossendo. Fuori dai miei alloggi sento chiamare il mio nome. Navarro, Madeline e gli altri ufficiali del ponte di comando battono sulla porta che avevo bloccato dopo l'uscita di Sal.

Li lascio entrare. Mi hanno sentito gridare nel sonno e sono corsi a sincerarsi che stessi bene. Ho detto loro di non preoccuparsi, che era solo un incubo dato dall'aver maldestramente mischiato bertrandite ed Onion Head.

Ho detto loro di star bene.

Ho mentito.

Firmato: Emma Adama
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