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9-3-3309, La Bolla

09 Mar 2023Emma Adama
È arrivato un messaggio dal vecchio Lux. Prima ancora di leggerlo guardo l'ora. Sono le 7:00 di mattina. Mattina un corno, non siamo su un pianeta.
Non ho comunque dormito quindi non posso dire che sia presto. Dal tablet passo il messaggio sullo schermo vicino alla macchinetta del caffè. Schivo l'ipotesi di usarla e recupero invece un bicchiere e il whiskey alla bertrandite. In onore al mio amico, me ne verso giusto un dito. Misura presa in verticale, beninteso.
Il lungo messaggio è riassumibile in "ricevuto, ci penso io" ma fa anche riferimento a dei tafferugli sui quali non si dilunga affatto. Lux è noto per il suo aplomb. "Tafferugli" probabilmente significa che Niu Hsing 1A è stato raso al suolo.
Ho chiesto a Merrill Tanner di informarsi. A questa distanza dalla bolla dovrebbe riuscire a carpire qualche informazione vagante. Naturalmente gli ho chiesto di non usare i canali ufficiali delle autorità. Vorrei che il nostro ingresso fosse seguito dalla nostra uscita. Senza cerimonie funebri.
Tanner ha intercettato delle comunicazioni secondo cui avevo maledettamente ragione: Niu Hsing sta vivendo un periodo critico iniziato subito dopo l'uscita di scena da parte mia e di Lux. Le fazioni un tempo tenute a bada con la bertrandite e le buone maniere si sono sentite libere di alzare la voce e la seppur esigua popolazione ha rifatto il look alla propria morale affiliandosi all'una o all'altra. Se le informazioni sono attendibili, la Entropy sarebbe preda ambita e non ho voglia di perdere tempo con queste stronzate. Ho risposto a Lux che al nostro arrivo, che avverrà in giornata, ci incontreremo al casinò di Wurango, a Piaget Orbital. Se entriamo in abiti civili magari riusciamo anche a berci qualcosa prima che qualcuno ci riconosca e ci apra una voragine in mezzo agli occhi.
Il viaggio durerà ancora qualche ora.
Faccio visita a Kerry. Ce l'ha ancora con me per lo scherzo della granata a frammentazione. Con un gesto della mano gli faccio capire che non è il momento.
Gli consegno la mia fedele arma al plasma per un veloce controllo e gli chiedo di preparare l'equipaggiamento per qualsiasi tipo di evenienza. Mi auguro di non ritrovarmi artefice di una strage ma meglio essere pronta che morta. E con Lux spesso ho rischiato di essere pronta E morta, quindi so di cosa parlo.
Dopo aver ringraziato Kerry me ne scendo negli hangar. Faccio cenno a Macey Peterson di seguirmi indicando Maria Moss e Mai Powell perché se li porti con sé. Macey è l'uomo che rifornisce le armi delle navi e ne controlla il corretto funzionamento.
Maria Moss fa la sua magia con il carburante adottando la mescola corretta di idrogeno per ogni nave. Mai Powell è il Capo meccanico e lui si occupa di dare ordine di controllare il resto della meccanica e dell'elettronica ad altri i cui nomi sono sbiaditi tanto nella sua memoria quanto nei registri della Entropy.
Un gran lavoratore.
Powell sta per lamentarsi di aver appena finito di ricontrollare la "Orizzonte Cosmico", la navetta a marchio Core Dinamics che ho recentemente fatto convertire per spostarmi agilmente sulla superficie dei pianeti e con una autonomia adatta a spostarsi nei sistemi limitrofi.
Anziché perdere tempo con le sue lamentele alzo un dito e lo faccio oscillare a significare "no, taci", poi lo poggio sul suo petto a indicare i suoi gradi e infine indico i miei.
Tace.
Maria si lascia scappare una risatina complice ed io per allentare la tensione abbozzo un sorriso.
Mezzo sorriso, solo da un lato.
Faccio segno a tutti di seguirmi. Li conduco all'hangar 13, la cui saracinesca non viene aperta da un pezzo. Con riluttanza e cigolii finalmente riusciamo ad accedere all'hangar. Dentro, immensa, è attraccata l'unica nave di cui io sia stata prima proprietaria. Le altre me le ha lasciate Monica l'ultima volta che è partita, sue tranne i due velivoli imperiali appartenuti a nostro padre.
Le luci si accendono flemmaticamente sul dorso piatto della Delacy Krait Mk.II bianca con cui ho insegnato le buone maniere a diversi pirati, criminali ed oppositori ansiosi di incrementare gli indici di vedovanza dei rispettivi sistemi di residenza.
La "Costante di Planck" è una nave maestosa e fiera ma anche ferita nell'orgoglio. Da tempo i disordini a Niu Hsing erano cessati ed io ne avevo predisposto il disarmo. È un esemplare considerevolmente vecchio ma è passata sotto le sapienti mani di diversi ingegneri la cui nomea fa fischiare le orecchie a molti altri sedicenti esperti del settore. Prima di tutto salgo a bordo e tento di farla partire. Non parte. Sarà necessario convincerla perché se davvero la situazione a Niu Hsing è come la descrive il CabrHerald, il quotidiano locale, e se qualcuno dovesse accorgersi del mio incontro con Lux, mi dispiacerebbe arrivare ai ferri corti e trovarmi a lanciare pietre.
Mai Powell comprende dal mio sguardo che avrà parecchio lavoro, così se ne va in officina a prendere il computer per la diagnostica e prepara gli attrezzi che serviranno.
Maria riempie i serbatoi non oltre un sedicesimo della capienza totale. Non è il caso di imbottire di idrogeno una nave che potrebbe rivelarsi una bomba ad orologeria.
A Macey Peterson do ordine di preparare un cannone al plasma, due cannoni laser e due cannoni a frammentazione. Se ne va a lavorarci nelle officine e li monterà quando avremo riparato la nave. Se non parte non possiamo nemmeno verificare il funzionamento degli scudi, dei sensori e di tutti gli altri componenti. Di qualsiasi cosa abbia bisogno spero di risolvere durante il soggiorno a Wurango. Non mi alletta l'idea di perdere tempo cercando i ricambi per tutta la Bolla.
Prima di andare passo la mano sulla strumentazione come a voler carezzare la mia vecchia compagna.

Ho il sentore che si suderà parecchio nelle prossime ore...

Firmato: Emma Adama
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