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16-3-3309. Atto finale. Sulle tracce di Umbra

19 Mar 2023Emma Adama
Hip 13257.
Altro viaggio in solitaria perché non voglio rischiare la vita del mio equipaggio e perché non voglio che Umbra faccia storie e non mi dia indicazioni su come raggiungerla. Sarà addolorata dal ritardo con cui mi presento ma certamente avrò modo di spiegarle di persona che anche se sto al suo gioco non prendo ordini da lei. E comunque abbiamo avuto la nostra dose di guai. Lascio la Entropy, a bordo della Costante di Planck. La Krait mk.II è gigantesca rispetto alla Vulture da ricognizione che ho pilotato più recentemente. È una nave incredibile. Ha una agilità paragonabile a quella della Vulture ma è meglio equipaggiata in termini di armi, generatore energetico, resistenza dello scafo e scudi. Eseguo qualche manovra di attacco e difesa e di volo inerziale per riprendere la mano con questo colossale dispensatore di morte. Se ne vedono sempre meno in giro ma quando ne vedi una devi essere consapevole di due importanti elementi: se scappi, lei ti raggiunge, se la insegui, lei se ne andrà più in fretta. La risposta dei comandi pare migliorata dopo il duro lavoro di Mai Powell e degli altri meccanici. Eseguo un paio di passaggi a brevissima distanza intorno alla Entropy. Dalla torre di controllo Madeline mi chiede di smetterla perché con le vibrazioni ho fatto cadere tutto ciò che in sala comando è mobile, come tablet, il suo caffè e altre robe. Mi rendo conto che sto perdendo tempo ma mi diverto come una bambina, quindi eseguo un altro passaggio di traverso davanti alla torre di controllo salutando con la mano, poi giro con un movimento secco la Costante di Planck e sparisco superando in pochi secondi la velocità della luce. Il sistema ha una sola stazione quindi non ho dubbi su dove andare. Attracco e prendo il solito ascensore che conduce nei meandri della stazione di generazione Coriolis.
L'operatore della Inter Astra, l'agenzia di viaggi a breve e media distanza che offre navette a prezzi abbordabili mi accoglie con un sorriso. Rispondo con il mio proverbiale sguardo di ghiaccio. L'operatore sembra divertito. Non mi chiede documenti e invece mi indica direttamente l'hangar da raggiungere per la mia destinazione, che "suppone" essere HIP 12636.
Gli rispondo che le sue supposizioni può infilarsele dove non passa la luce e che portasse la maledizione mia e degli dei di Kobol a chi di dovere. Salgo sulla navetta, un Adder. La Zorgon-Peterson ha la brutta abitudine, ereditata dal millennio precedente, di disegnare navi tutte uguali. L'Adder non sembra altro che una Fer-de-Lance che non ci ha creduto fino in fondo. Le navi Zorgon-Peterson hanno tipicamente una forma a delta, sono affusolate ed agili, con la cabina di pilotaggio in alto in posizione centrale, ampia per accogliere un equipaggio di due persone.
Questo specifico esemplare di Adder deve aver visto tempi migliori perché all'accensione arriva un pessimo rumore dai motori.
La pilota mi sorride e mi chiede di allacciare le cinture. Le rispondo puntandole l'arma in faccia, esortandola a muoversi e ad assicurarsi che sia un viaggio sereno se non vuole che scriva una recensione negativa sulla fiancata della navetta usando il plasma della mia pistola. Sorridendo, la giovane ragazza inizia le procedure per la partenza e pochi minuti dopo siamo a destinazione.
Grazie per aver viaggiato con Inter Astra.
Vaffanculo.
Prima di andare al bar mi precipito dal rivenditore di navi locale. I rivenditori offrono un ulteriore servizio, grazie al quale è possibile chiedere il trasferimento delle proprie navi da una stazione all'altra. Non appena ho conferma che la Costante di Planck sia stata trasferita, senza perdere altro tempo vado al bar e come da richiesta di Umbra ordino da bere. Appena il barista si volta, sempre sorridendomi, lo lascio lì e me ne torno agli Hangar.
Mentre mi sistemo sul comodo sedile riscaldato della mia Krait arriva un messaggio sul computer di bordo.

"TolaGarf's Junkyard. Fai buon viaggio.
Firmato: *****"

E dove si trova, per gli dei di Kobol? Ci sono 400 miliardi di sistemi, potevi essere un po' più specifica, vecchia ciabatta che non sei altro.

Poco importa, la troverò.

Esco in fretta dalla stazione. A pochi chilometri noto sul radar che qualcuno mi sta seguendo. Appena supero la distanza entro la quale è vietato l'uso delle armi il bastardo che mi seguiva mi si para davanti con una rapida accelerazione, estrae le armi e mi fa il gesto traducibile con "fortuna a te e la tua flotta".
Mi correggo, la bastarda. La sua nave è una Python. Ben corazzata ma lenta. Le invio un messaggio chiedendo cosa vuole. Mi risponde che abbiamo un conto in sospeso. Le faccio presente che non so chi sia, che non ho tempo da perdere e che della spazzatura se ne occupa un organo apposito, chiedesse a loro di essere trattata da rifiuto quale è. Risponde aprendo il fuoco. Gli scudi deviano il colpo al costo di quasi metà dell'energia di cui dispongono. Non perdo tempo. Attivo una cella energetica supplementare ed un dispersore di calore. Le celle hanno la pessima abitudine di surriscaldare le navi, inoltre disperdendo il calore disturbo i suoi sistemi di puntamento. Mi porto alle sue spalle. La maledetta è un'abile pilota ma io sono così tremendamente incazzata che non le do tregua. Continuo a tenermi alle sue spalle in modo che non possa colpirmi. In poco tempo le mie armi laser azzerano i suoi scudi. Ora lo scafo è vulnerabile. Con i cannoni a frammentazione sbriciolo i suoi propulsori principali. In questo modo non può più muoversi né scappare a velocità iperluce. La sua nave prende a girare inerzialmente su sè stessa. Porto la Costante di Planck a ruotare alla sua velocità in modo da avere sempre la cabina sotto mira. Ammetto che mi viene da vomitare roteando a questa velocità ma ho deciso che la sua sarà una morte atroce e nulla mi impedirà di mantenere la promessa. Usando i laser porto il vetro della cabina ad una temperatura elevatissima. La successiva successione di colpi dei cannoni a frammentazione incontra una resistenza blanda e la stronza viene aspirata fuori dalla sua nave. Un attimo prima che ciò accada i suoi scudi si rigenerano ed al suo passaggio viene attraversata da una scarica elettrica micidiale. Vedo che ancora si agita, così mando i motori alla massima potenza e la urto con diverse migliaia di tonnellate di nave.

Rientrata sulla Entropy, esco dalla Costante di Planck e vengo accolta da diversi meccanici, increduli di quanto sangue dovranno ripulire dalle vetrate della cabina e dallo scafo.

Le ultime poche giornate mi hanno costretta a più violenza di quanta me ne aspettassi ma non mi lamento. Avevo bisogno di scaricare un po' di rabbia.

Mi domando chi fosse quella stronzetta arrogante. Sarà stata qualcuno che ho preso a calci tempo addietro, quando gestivo il governo di Niu Hsing. Chissenefrega. Non penso tornerà a disturbarmi una terza volta.

Tutta questa ginnastica mi ha messo fame. Aiza dovrà dare fondo alle riserve di cibo per farmela passare.

Prossima mossa sarà il rifornimento della Entropy e dovremo anche capire dove si trovi TolaGarf's Junkyard. Spero sia vicina.
Mi aspetto sia parecchio lontana.
E sporca.

Firmato: Comandante Emma Adama.
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