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19-3-3309. Atto finale. Kerry Cash.

23 Mar 2023Emma Adama
\\Registrazione ambientale. Laboratorio, sala medica. Illuminazione all'85%, temperatura 18°C\\

Freeman: sta' fermo Cash. Il lettino non può fare miracoli con l'ICSCN.

Kerry: già. Con l'anestesia sarebbe stato meglio, doc.

F: è stata fatta, Cash. So come trattare un paziente anche con un software vecchio di mezzo millennio. Non è semplice con le tecnologie moderne ricostruire quello che è rimasto del tuo ginocchio e noi stiamo usando un software preistorico. Sta' fermo, maledetto.

Emma: doc, possiamo...

F: no, non posso allontanarmi. Vuoi sapere come sta andando? Male. Non è rimasto molto su cui ricostruire. La rotula è stata interamente sbriciolata, il femore e la tibia riportano, ciascuno, la metà di un foro che complessivamente misura quattro centimetri di diametro. Quattro centimetri, Comandante, non millimetri. Sto facendo del mio meglio con quanto abbiamo ma quest'uomo non tornerà a camminare. Non è detto che sopravviva una settimana a dire il vero. È una...

K: sono qui doc, nel caso volessi dirmelo in faccia.

F: ...è una ferita spaventosa ed ha perso moltissimo sangue. Ricostruire i tessuti sarà dura. Ci vorranno diverse sedute. Ora somministrerò degli antibiotici e continueremo domani.

K: che ne dici di "tra mezz'ora", doc? Non pretendo di camminare ma sento che l'altra opzione non si addice al mio stile di vita.

F: domani, Cash. Ti ho tenuto qui sopra già troppo a lungo. Tu non riesci a stare fermo ed io inizio ad essere stanca.

E: quindi ora...

F: rimarrà sotto osservazione qui nella sala medica. Io e... Nessun altro faremo i turni per controllarlo.
Non c'è di che.

E: Dottoressa Freeman, la tua empatia è disarmante.
Kerry... Mi dispiace averti...

K: va tutto bene comandante, non è stata colpa tua. Ero e sono a conoscenza dei rischi che corriamo e se ho deciso di venire e prendermi un proiettile è perché mi fido di te e sono pronto ad accettare le conseguenze della tua follia. In fondo il piano lo abbiamo delineato insieme...

E: già, è vero. Ce la siamo vista brutta laggiù. Ed è vero, è colpa tua aver suggerito quel piano suicida.
Prima che vada... Dico a entrambi: interrompetemi un'altra volta e invece del lettino medico vi servirà una cassa di legno.
Freeman, qualsiasi cosa ti occorra non esitare a chiedere.

Buonanotte... Beh, buona luce dimezzata.

\\fine registrazione ambientale\\

Dopo la piacevole conversazione con quell'arpia della Freeman mi incammino verso la torre di controllo per discutere con Theodora e Madeline sulle prossime mosse.
Sappiamo che TolaGarf's Junkyard si trova nel sistema Kojeara, a poco meno di 19 anni-luce da Colonia. Sarà un altro lungo viaggio che ci costringerà a coprire ventiduemila e spiccioli anni-luce. Per prima cosa serve rifornire il carburante. Disponiamo di cinquemila tonnellate, appena sufficienti per l'andata. Dovremo acquistarne almeno altre diecimila tonnellate. Con un prezzo medio di cinquantamila crediti a tonnellata fa mezzo miliardo di crediti.
Dei di Kobol, il prezzo della vita è aumentato da quando l'umanità si sta facendo radere al suolo dai Thargoid. E meno male che quei carciofi alieni stanno attaccando dall'altro lato della Bolla. Non oso immaginare dover fare quello che stiamo facendo schivando anche gli immensi e spaventosi incrociatori Thargoid.

Il portello scorrevole della torre di controllo è bloccato. Strano...
Sto per posare il dito sullo scanner di impronte digitali quando... Mi arriva l'eco di...
Prati in fiore di Kobol! Madeline e Theodora... Guardo l'ora. In effetti... A quest'ora, me la sono proprio cercata. Meglio andarsene.

L'inizio di un nuovo giorno sta scalciando per insediarsi prepotentemente nelle veci del precedente e io mi trovo a gironzolare per i corridoi della Entropy, sola, al buio, con mille pensieri che non mi danno tregua.
Allo scoccare della prima ora mi trovo a passare davanti alla sala comune. Muovo un passo verso la sala, esito e faccio per tornare indietro. Un'altra esitazione. Vorrei entrare ma non voglio incontrare nessuno, vorrei andarmene ma non voglio stare sola.
Mi decido finalmente ad entrare. Aiza sta ripulendo il caos generato dalla spensieratezza e dal surplus ormonale degli avventori notturni. Gente tranquilla. La saluto con un cenno della mano, lei risponde con una alzata di spalle, riporta uno sgabello, riaccende le luci che illuminano il bancone. Mi fissa, visibilmente contrariata, senza proferire verbo. Prima che abbia il tempo di chiederle di versarmi alcunché ha già preso la solita bottiglia di whisky alla bertrandite e ne ha versato una doppia dose nel bicchiere. Ringrazio e mi dirigo al mio posto preferito, il divanetto con la vista sull'esterno.

La vetrata offre uno sfondo unico. Il centro galattico risplende di innumerevoli stelle assumendo la tipica silhouette di un taglio di luce, una fenditura che risplende nel buio. Si vedono anche alcune nebulose. Un giorno dovrei decidermi a visitarle tutte. Guardandomi intorno mi accorgo che ci sono un paio di altre persone, addormentate o forse comatose, apollaiate sugli sgabelli e con la faccia sui tavolini.
Ne abbiamo passate tante nell"ultimo mese. Spero di riuscire a dare pace ai ragazzi e le ragazze delle Entropy. Se lo meritano.
Sono preoccupata per Kerry. La Freeman ha detto che non tornerà a camminare e potrebbe persino non sopravvivere all'intervento di ricostruzione del ginocchio. Mi sento tremendamente in colpa per averlo portato con me. Kerry è forte, ce la farà. Lo sento.

Passa un'altra ora. Aiza si avvicina ai due che dormono, li sveglia a suon di schiaffi e li sbatte fuori. Capisco che anche per me è ora di andare e permettere ad Aiza di chiudere bottega e riposare.

Torno ai miei alloggi. π mi accoglie facendo le fusa. Poso l'arma e il diario sulla scrivania. Mi siedo e per qualche minuto resto a fissare la foto di Monica. Dove sei, sorella? Che fine hai fatto...?

Qualcuno bussa freneticamente al portello. Un messaggero mi chiede di raggiungere in fretta il laboratorio.
Quando arrivo trovo la Freeman su Kerry. Il ginocchio ha ripreso a sanguinare copiosamente. I tessuti ricostruiti stanno cedendo e il ragazzo perde molto sangue. A terra c'è una pozza rossa spaventosa. Mi avvicino per chiedere che stia accadendo. La dottoressa non mi risponde e invece mi chiede di prendere un'altra fiala di antiemorragico dal cassetto. Capisco che la situazione è critica e mi affretto ad aprire la fiala. La Freeman ne estrae il contenuto con una siringa e lo riversa direttamente nel ginocchio dell'armaiolo. Kerry urla dal dolore. Il monitor dei parametri suona l'allarme. Kerry ha delle convulsioni. Il monitor riporta una alta frequenza cardiaca, bassa pressione, troppo bassa e una grave desaturazione. La Freeman somministra dell'ossigeno con la maschera e tenta di comprimere la ferita che si ostina a sanguinare nonostante gli antiemorragici. Gli occhi di Kerry si girano verso l'alto. La pressione rimane bassa e anzi, cala. Lo stesso accade alla frequenza cardiaca, che precipita a 20 battiti. Mi affretto a prendere il defibrillatore. Viene data una scarica, poi un'altra, ma il cuore di Kerry non sembra reggere. A terra ci sono diverse sacche di sangue vuote ed un'altra è appesa.
Kerry esala un profondo respiro.
Il monitor non segnala più alcun parametro vitale. Il defibrillatore tace. Kerry è immobile. La Freeman è paralizzata dal dispiacere.
È finita, mi dice. Il ragazzo non ha retto.
Un'altra vita è andata perduta per i miei interessi personali. Una giovane vita, la vita di un uomo che fino in fondo ha creduto in me.
È accaduto tutto nel giro di una manciata di minuti ed ora mi sento un po' più sola.

Chi sarà il prossimo a pagare il prezzo della mia follia? A quanto ancora ammonta il mio debito?

La mattina seguente esco sul ponte di comando molto presto. Non ho dormito un singolo minuto.
Sul ponte sono tutti già a lavoro. Mi vedono e capiscono che c'è qualcosa che non va. Con freddezza comunico l'accaduto. Nella sala cala il gelo.
Invio un messaggero ad avvisare Theodora del mio imminente arrivo e mando a chiamare Merrill Tanner che è anche il tesoriere.

Cerco di restituirmi un aspetto decente prima di andare. Una mezz'ora dopo solo nella torre di controllo. Theodora e Merrill sono già lì.
Ascolto le loro parole di cordoglio ma taglio corto perché ora non posso e non voglio pensare alle vittime. Ormai è andata. Piangerci sopra non servirà a nulla. Possiamo solo guardare avanti. La Entropy si chiama così per un motivo preciso. Non c'è ritorno, non c'è guardarsi indietro, non si può riavvolgere il nastro. Si può solo continuare a correre nell'unica direzione consentita: in avanti.

Theodora ha calcolato un viaggio di 22.029 anni-luce, decimali esclusi. Ha trovato una stazione nelle nostre vicinanze che secondo le informazioni rubate a Hodunin dovrebbe avere le risorse che ci servono ad un prezzo non più alto della media. Mezzo miliardo di cui Merrill Tanner ci informa che non disponiamo. Ennesimo guaio, ennesimo problema, ennesima missione suicida all'orizzonte. Non possiamo contare sulle risorse governative come un tempo. Certamente non sarà rispondendo ad annunci di lavoro che metteremo insieme mezzo miliardo. Tanner è il contatto con le autorità, perciò non è esattamente contento quando suggerisco di appropriarci dei soldi. Occorrerà rubarli naturalmente. Ma come? Nessuna banca dispone di una tale somma che non sia nella forma di zeri e uno. Kerry non potrà aiutarci stavolta... Avremo bisogno non solo di un nuovo armaiolo, ma anche di un informatico.
Mi serve tempo per rifletterci su.

Alcune ore dopo Tanner chiede udienza nei miei alloggi. Lo faccio accomodare. Sostiene di aver trovato una soluzione che non mi piacerà affatto ma che dovrebbe essere risolutiva. Richiederà solo un paio di giorni di duro lavoro (al suono della parola "lavoro" aggrotto la fronte per comunicare il mio totale disappunto) e non ci metterà ulteriormente nei guai con la legge.
Ulteriormente? Abbiamo la galassia a darci la caccia, come potrebbe essere "ulteriormente" peggio?
La soluzione però è effettivamente una furbata. Secondi le informazioni rubate, alcune industrie in sistemi vicini a noi stanno chiedendo ingenti quantità di materiali edili. Pagano un interessante sovrapprezzo per ogni consegna e con i soldi che abbiamo dovremmo poter affrontare la spesa iniziale. In un paio di giorni, secondi i conti fatti da Tanner, dovremmo racimolare ben più del necessario per il trizio. Sono riluttante. È lo stesso sistema che usavamo a Niu Hsing per arricchire il governo, e noi stessi, ma stavolta non abbiamo personale ad occuparsene. Sta a me fare tutta la fatica...

È la soluzione più rapida e meno pericolosa. Una volta tanto eviteremo di mietere vittime. Sarà un lavoraccio. Dovremo caricare la Entropy di tutta quella roba polverosa e poi portarla dove l'industria lo richiede. Non ne sono entusiasta ma Tanner ha ragione, è un'attività profittevole e, un volta tanto, onesta.

Sono riuscita a radunare un piccolo esercito di volontari.
Non ricorderei i loro nomi neanche se me li tatuassi sul braccio, perciò useremo nomi in codice. Ad un pilota sarà assegnata la "Fatica", una Lakon T9, pesantissima nave cargo con una impressionante capacità di carico. Quel pilota risponderà al nome in codice FTC.
Io ed altri due faremo la scorta al trasportatore. Si sa che ai pirati piace guadagnare facile e noi faremo sì che guadagnino l'eterno riposo. Noi saremo la squadra NHE.
La Costante di Planck e la Fatica, più un paio di caccia leggeri.

Mettiamoci a lavoro, maledizione.

Firmato: Comandante Emma Adama.
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